
È opinione diffusa che una volta arrivato il pignoramento non sia più possibile raggiungere un accordo transattivo, in particolare quando il pignoramento è stato introdotto da una banca.
Si tratta, com’è ovvio, di una falsa credenza: in qualsiasi momento, almeno fino alla vendita dell’immobile, è sempre possibile raggiungere un accordo con il creditore pignorante. E altrettanto vero, però, che l’intervento del pignoramento comporta un notevole accrescimento di complessità e costi. Il vostro debito adesso è legato indissolubilmente all’immobile, che subirà le conseguenze del pignoramento.
Lo studio ha recentemente chiuso un interessante accordo che ha permesso al debitore di raggiungere tutti gli obiettivi prefissati al conferimento dell’incarico: salvare l’immobile, stralciare il debito e sistemare le segnalazioni negative nei sistemi di informazione creditizia.
Il caso: dopo la separazione dal marito, la rata del mutuo diventa, purtroppo, insostenibile. La scelta tragica è di smettere di versare le rate, per permettere ai figli di proseguire gli studi. Dopo circa due anni dall’interruzione dei versamenti, la banca inizia incessantemente a tentare di recuperare il credito, finché non passa all'azione notificando precetto e pignoramento.
Il debito accumulato è di circa 65.000,00 €, il valore dell’immobile pari al doppio del debito. Le possibilità di stralcio sono dunque piuttosto basse. Con un’attenta mediazione tra le parti riusciamo a far finanziare la nostra assistita, ottenendo un’anticipazione del TFR, e raggiungiamo un accordo per stralciare il debito a 50.000,00 €. Poco più della cifra ricavata dall’anticipazione!
I fatti ci danno ragione. La nostra assistita è riuscita a salvare la casa, ottenere un finanziamento e contemporaneamente pagare meno del debito complessivamente accumulato.
Stralciare dopo il pignoramento è certamente complesso, ma non impossibile.